Per Contratti di Fiume, comprensivi di quelli di Lago, di Costa, di Foce, di acque di transizione e di falda, si intendono quelle forme di accordo volontario, ascrivibili alla programmazione strategica negoziata, che prevedono una ampia mobilitazione degli attori locali di un territorio al fine di individuare un Programma d’Azione condiviso, finalizzato ad affrontare le problematiche ambientali di un bacino fluviale, secondo una logica integrata e multidisciplinare. 

In questo contesto, i Contratti di fiume assumono il valore di “piano processo” frutto di un accordo tra soggetti decisionali che definiscono in modo consensuale e cooperativo, il plan for planning, ossia il Programma d’Azione per la gestione sostenibile di un bacino fluviale, impegnandosi a rispettarlo. 

I Contratti di Fiume, definiti nell’ordinamento giuridico nazionale dall’art. 68 bis del Decreto Legislativo n.152/2006, costituiscono a tutti gli effetti strumenti di attuazione dei Piani di Gestione Acque e Alluvioni ed in generale degli strumenti di pianificazione e programmazione delle Autorità e possono contribuire attivamente a favorire un nuovo approccio nella gestione dei corpi idrici, territorializzando le politiche pubbliche e rendendo i processi decisionali più inclusivi, trasparenti e condivisi nonché favorendo la cooperazione tra pubblico e privato. 

I soggetti aderenti al Contratto di fiume definiscono un Programma d’Azione (PA) condiviso e si impegnano ad attuarlo attraverso la sottoscrizione di un accordo.